Uritsky
Moisei Solomonovich Uritsky nacque nella città di Cherkasy (Ucraina) nel 1873, da una famiglia ebrea.
Egli perse il padre, un commerciante, quando era ancora piccolo, e la madre lo lasciò crescere in un ambiente fortemente religioso.
Successivamente Moisei si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza presso l'Università di Kiev, ove si laureò nel 1897. Si unì al partito social-democratico russo e nel congresso di Londra del 1903, sostenne i menscevichi guidati da Julius Martov. Fu attivo nel coordinamento di agenti rivoluzionari con una sua associazione segreta.
Alcuni mesi prima della rivoluzione di ottobre del 1917, Uritsky si unì, insieme a Leon Trotskij, ai bolscevichi e partecipò alla loro conquista del potere in Russia.
Egli fu a capo della polizia segreta (la Cheka) di Pietrogrado e divenne Commissario per gli Affari Interni delle regioni settentrionali.
Dopo aver legato il suo nome alla repressione di molte vittime, anche tra gli ufficiali, Uritsky venne assassinato per rappresaglia il 17 agosto 1918 da un suo giovane agente, Leonid Kanegeiser.
A seguito di questo evento e dell'attentato a Lenin del 30 agosto dello stesso anno, i bolscevichi cominciarono un'ondata di persecuzioni che divenne nota come "terrore rosso".