1917.org

Il sito della rivoluzione d'Ottobre

Tomsky

Mikhail Pavlovich Tomsky Mikhail Pavlovich Tomsky (il cui vero nome era Efremov) nacque il 31 ottobre 1880 a Kolpino, nei pressi di San Pietroburgo.
Figlo di un operaio di religione ortodossa, dopo un breve periodo di studi, trovò lavoro presso la fabbrica di Theodor Kibbel. All'età di quattordici anni fu assunto all'industria meccanica di Smirnov, ma perse il posto per aver tentato di creare un'organizzazione sindacale. Divenne socialista e nel 1903 si iscrisse al partito socialdemocratico del lavoro, aderendo alla fazione bolscevica.
Per le sue attività sindacali fu costretto a lasciare San Pietroburgo e a trasferirsi in Estonia. Prese parte ai moti rivoluzionari del 1905 collaborando all'organizzazione del Soviet dei delegati degli operai di Revel'(Tallinn) e dell'Unione dei lavoratori delle industrie del metallo.
Tomsky fu arrestato e deportato in Siberia. Ritornato a san Pietroburgo, divenne presidente dell'Unione degli incisori e cromolitografi.
Nuovamente arrestato nel 1908, fuggì in Francia ma venne reimpatriato l'anno successivo e, dopo due anni di detenzione, condannato per le sue attività politiche a cinque anni di lavori forzati.
Liberato dal governo provvisorio nel 1917 si recò a Mosca dove partecipò alla Rivoluzione d'ottobre.
Fu eletto nel comitato centrale nel marzo 1919, al relativo Orgburo(sotto-commissariato del Politburo) nel 1921 ed al Politburo del partito comunista nell'aprile 1922. Nel 1920 divenne presidente del Comitato Centrale panrusso dei Sindacati.
Si alleò con Nikolai Bukharin e di Alexei Rykov, che condussero l'ala moderata (o di destra) del partito comunista negli anni 20 e fu nominato responsabile dell'Industria chimica sovietica.
Quando Stalin si mosse, nel 1928, contro i suoi ex alleati Tomsky fu costretto a dimettersi progressivamente da tutte le sue cariche. Egli si impegnò nella direzione, dal maggio 1932 all'agosto 1936, di una casa editrice.
Per sfuggire ad un mandato di arresto della polizia segreta, durante le epurazioni staliniane, Tomsky si tolse la vita il 23 agosto 1936 a Bolshevo, vicino Mosca.
Dopo la sua morte, fu comunque giudicato colpevole di alto tradimento e di compromissione nell'affare Smirnov (ex commissario dell'agricoltura accusato di aver creato un'organizzazione per "ristabilire il capitalismo").
Il governo sovieticò, durante al perestroika, riabilitò la figura di Tomsky da tutte le accuse.
Vai alla prima pagina