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Radek

Karl Berngardovich Radek Karl Berngardovich Radek, il cui vero nome era Karol Sobelsohn nacque il 31 ottobre 1885 a Leopoli, città della Galizia allora sotto la sovranità dell'impero austro-ungarico (oggi L'viv, Ucraina).
Discendente da una famiglia ebrea, frequentò l'Università di Cracovia e di Berna. Aderì al Partito socialdemocratico della Polonia e Lituania. In quegli anni collaborò attivamente con Rosa Luxemburg e Leo Jogiches.
Divenne membro del Partito social-democratico russo del lavoro fin dalla sua fondazione(1898) e partecipò alla rivolta di Varsavia nel 1905. Adottò lo pseudonimo di Radek dal personaggio del libro "Syzyfowe prace" dell'autore polacco Stefan Zeromski.
Tra il 1908 ed il 1913 visse in Germania ed aderì alla linea politica bolscevica. Partecipò alle conferenze intenazionaliste di Zimmerwald (1915) e Kienthal (1916).
Negli anni della prima guerra mondiale fu attivo in Svezia e in Svizzera, dove si unì a Lenin e lo seguì, con altri 26 bolscevichi, quando questi rientrò in Russia nel marzo 1917 con un treno tedesco.
Egli fu membro della delegazione russa che negoziò la pace di Brest-Litovsk con la Germania. In seguito ebbe il compito dal Comintern, di riorganizzare il movimento comunista tedesco elaborando le basi teoriche del «nazional-bolscevismo». Nel 1919 tentò, senza successo, di organizzare una rivoluzione socialista in Germania.
Tornato in Russia nel 1920, Radek divenne una delle figure eminenti della III° Internazionale. Dall'1 all'8 settembre dello stesso anno partecipò al 1° Congresso dei popoli dell'Oriente svoltasi a Baku. Le sue idee suscitarono l'interesse di Sultan Galiev che elaborò una loro sistematizzazione in termini di nazionalismo turco-islamico. Nel 1924 entrò a far parte del Comitato centrale del partito comunista bolscevico.
Radek venne espulso dal partito nel 1927 con l'accusa di trockismo ed esiliato a Tobol'sk. Amnistiato nel 1929, trovò impiego nella redazione della rivista Izvesta.
Nel gennaio 1937 fu condannato a dieci anni di lavoro coatto ma ottenne la grazia per essere stato uno principali accusatori al processo contro il generale Tuchacewskij.
Coinvolto nelle grandi purghe staliniane, Radek morì probabilmente in prigione il 19 maggio 1939.
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