Kamenev
Pseudonimo di Lev Borisovic Rosenfeld, nacque a Mosca il 18 luglio 1883 da un operaio ferroviario ebreo e da una casalinga ortodossa russa.
Si iscrisse alla scuola di Tiflis (Georgia) ed in seguito all'Università di Mosca, ma gli studi furono interrotti.
Militò nell'ala bolscevica del partito socialdemocratico dal 1901, in seguito fu più volte arrestato (1902-1908). Durante un viaggio nel 1902 all'estero con la moglie, Olga Kameneva, ed i loro due figli, conobbe e strinse amicizia con Lenin in esilio.
Dopo aver partecipato al congresso del patrito socialdemocratico a Londra nel marzo 1905, rientrò in Russia e prese parte alle sommosse di S.Pietroburgo.
Organizzò i moti rivoluzionari di Kronshtadt (1906).
Alla fine della sua prigionia nel 1908 si rifugiò nuovamente all'estero e divenne, con Zinov'ev, uno dei collaboratori principali di Lenin. Leon non aveva un temperamento di demagogo, era più serio e colto.
Nel 1913 diresse la frazione bolscevica della Duma, prima di essere deportato in Siberia nell'anno successivo.
Liberato nel marzo 1917 si oppose, insieme a Zinov'ev, ai piani rivoluzionari dell'ottobre, scrivendo sul giornale menscevico Novaya Zhizn che il piano rivoluzionario bolscevico era votato alla morte. Ciò non portò però ne Kamenev ne Zinov'ev ad abbandonare il partito.
Sempre nel 1917 fu eletto Presidente del Comitato Esecutivo Centrale al secondo Congresso dei Soviet. Fu membro della delegazione diplomatica a Brest-Litovsk(1918), presidente del consiglio economico del soviet di Mosca (1918-1926), membro del Politburo(1919) e vicepresidente del Consiglio dei Commissari del Popolo.
Durante la malattia di Lenin, Kamenev assunse la presidenza del Poilitburo e del Sovnarkom (governo).
Verso la fine degli anni 20 lasciò Olga Kameneva per Tatiana Glebova, con quale ebbe un figlio, Vladimir Glebov.
Nel 1923 Kamenev fondò con Stalin e Zinov'ev un triumvirato anti-trotskysta (La Troika), ma tre anni più tardi formò proprio con Trotsky un blocco anti-stalinista (l'Opposizione di Sinistra). Mentre era ambasciatore a Roma nel 1927 fu richiamato con l'accusa di svolgere attività antipartito ed escluso temporaneamente, poi definitivamente, dalla politica.
Stalin approfittò della repressione provocata dalla sua polizia dopo l'assassinio di Kirov, per sbarazzarsi dei due vecchi "compagni di Lenin": Zinov'ev e Kamenev.
Come tanti altri, furono vittime di false accuse di "complicità morale" che li trascinò in una condizione atroce di demoralizzazione e di disperazione.
Mentre Trotzkij rimase fermo nella sua opposizione a Stalin dopo l'espulsione dal partito e l'esilio, Kamenev e Zinov'ev capitolarono e furono costretti a riconoscere i propri errori per essere riammessi al partito. Non ebbero più i loro posti nel comitato centrale, ma occuparono soltanto posizioni di medio livello all'interno della burocrazia sovietica.
Tre anni dopo Kamenev venne nuovamente espulso dal partito e condannato a dieci anni di carcere con l'accusa di cospirazione, nonostante avesse rifiutato di autoaccusarsi. Nei Processi di Mosca del 1936 venne condannato per alto tradimento e fucilato il 25 agosto dello stesso anno.
La sua famiglia, dopo la sua esecuzione, subì un destino simile. Il secondo figlio fu giustiziato il 30 gennaio 1938, all'età di 17 anni. Il figlio più anziano, ufficiale dell'aeronautica, il 15 luglio 1939 all'età di 33. La sua prima moglie Olga fu fucilata l'11 settembre 1941 per ordine di Stalin nella foresta di Orel insieme ad altri 160 prigionieri politici. Soltanto il figlio più giovane,Vladimir Glebov, sopravvisse alle prigioni staliniane ed ai campi di lavoro.
Kamenev e' stato riabilitato nel 1988.