La musica e la danza nella Russia rivoluzionaria
Nel periodo prerivoluzionario, la
musica russa
, che affondava le sue radici nelle canzoni epiche (le
byliny
), nelle danze popolari e nei canti della chiesa ortodossa, vide la nascita e l'affermazione, tra il 1861 al 1900, del "Gruppo dei Cinque", voluto da M.A.Balakirev insieme a Mussorgskij, Rimskij-Korsakov, Borodin, Kjui e Balakirev, che dette luogo alla nascita di una vera e propria scuola nazionale. Le loro composizioni, legate alla sensibilità ed alle aspirazioni popolari, segnarono marcatamente l'evoluzione della musica russa .
Tuttavia Piotr Chaikovsky (1840-1893), universalmente considerato "il padre della musica russa", ed i musicisti di sua derivazione si opposero all'indirizzo nazional-popolare dei Cinque e preferirono seguire i canoni dei compositori occidentali (italiani, francesi e tedeschi).
Dopo la vittoria della Rivoluzione d'Ottobre si ebbe una vigorosa ventata di rinnovamento, nel tentativo di adeguare ai nuovi contenuti politici e sociali anche l'espressione musicale.
L'arte compositoria fu caratterizzata dall'elaborazione di vivaci forme di ricerca, favorite dalla collaborazione con uomini di teatro e di cinema.
In contrasto con l'accentramento della vita musicale tipico della Russia zarista, uno dei primi obiettivi della nuova politica fu l'ampio decentramento organizzativo. Sia nelle capitali che nei centri minori furono create compagnie teatrali ed orchestre stabili al fine di diffondere il patrimonio etnico locale. Fu favorita la nascita di una rete di istituti di educazione musicale per lo studio e la raccolta del partimonio etnico.
Mentre alcuni compositori, il cui esempio più illustre fu Stravinskij, ma anche Glazunov, S.V. Rachmaninov, A.T. Grecaninov ed altri, abbandonarono il paese per stabilirsi all'estero, altri si assunsero il compito di dare, attraverso una fervente ricerca creativa, un nuovo significato rivoluzionario alle manifestazioni musicali. Tra i maestri rimasti in patria ricordiamo Prokofiev, N.J.Mjaskovskij, A.I.Chacaturjan, R.M.Glier, B.V.Asaf'ev, M.O. Steinberg, M.F.Gnesin, A.A.Krejn, J.A. Saporin, S.N. Vasilenko e molti altri.
Igor Fedorovic Stravinskij
(1882-1971) passò circa 30 anni in America ma i tratti distintivi del periodo della giovinezza trascorsa a San Pietroburgo, caratterizzarono tutta la sua evoluzione stilistica. La sua opera, eccezionalmente vasta ed eclettica, è segnata da una forte incisività e essenzialità, da un'eccezionale dinamicità e da un'aggressività "barbarica" della scrittura orchestrale. Egli rimase sempre vincolato ad una visione di pessimistico fatalismo e di sfiducia nella storia (evidente in tutte le opere teatrali).
Sergej Sergeevic Prokofiev
(1891-1953) si rese famoso, pur non essendo un caposcuola, per aver lasciato un'impronta originale in composizioni di vario genere: pezzi per pianoforte, opere, balletti in cui apparentemente egli sembra sperimentare più stili diversi.
In realtà Prokofiev mostrò fin dall'inizio una delle principali caratteristiche della sua musica: il recupero di esperienze passate riproposte alla luce di quelle contemporanee, all'interno delle quali sono sempre presenti lironia e il sercasmo, uniti da una forte dinamicità ritmica e da una spiccata essenzialità espressiva. L'inclinazione ad una calda comunicativa si fonde sempre in Prokofiev, ad una ispirazione chiara e melodica. Nella sua esperienza confluiscono le suggestioni del romaticismo europeo e le avanguardie del primo Novecento.
Dimitrij Shostakovich
(1906-1975) invece ritenne che musica e ideologia dovessero procedere di pari passo. Formatosi nel clima culturalmente acceso della rivoluzione d'ottobre, egli si rifece alla tradizione mischiandola ad una originalissima visione della forma e del contenuto.
Dopo un primo periodo di avanguardia, Shostakovich si dedicò alla musica romantica, ispirandosi a Mahler. Le sue composizioni, fortemente impegnate sul piano contenutistico, comprendono contrasti acuti ed elementi grotteschi. Le quindici sinfonie e i quindici quartetti per archi sono generalmente considerati le sue opere di maggior importanza; egli inoltre compose sei concerti nonché le colonne sonore di numerosi film.
Anche
la danza russa
, già di gloriosa tradizione, venne valorizzata dai nuovi dirigenti con la creazione di complessi spesso a carattere popolare, ma ad alto livello artistico, come il Berioska o la compagnia di I.Moisseiev.
Intorno al 1920, la ballerina ed insegnante
Agrippina Yakovlevna Vaganova
(1879-1951) riuscì a sviluppare un sistema di notazione della danza semplice e lineare, divenuto celebre in tutto il mondo come "metodo Vaganova", che divenne la base dell'intera scuola coreografica sovietica.
Il metodo Vaganova derivava dall'analisi del metodo e della tecnica della vecchia Scuola Imperiale di Balletto nel periodo di massimo splendore, sotto la guida del grande maître de ballet Marius Petipa (1822-1910) il quale diresse i balletti imperiali per circa un trentennio creando più di 50 coreografie e dando vita ai più grandi capolavori della storia della danza tra cui: La bella addormentata (1890), Il lago dei cigni (1890) e Lo Schiaccianoci. Dalla diffusione del lavoro di Petipa nacque la più prestigiosa accademia di balletto di Russia e probabilmente d'Europa, la scuola del teatro Bolshoi di Mosca.
Agrippina Vaganova perfezionò questo metodo di insegnare l'arte del balletto classico in un programma di enorme saggezza.
Per tutta la vita fu legata al
Balletto Imperiale
di San Pietroburgo, divenuto in seguito
Kirov Ballet
.
Figlia di un usciere del Teatro Mariinsky, Agrippina venne accettata nella Accademia del Balletto Imperiale, istituzione fondata dall'imperatrice Anna Ivanova nel 1738.
Si diplomò alla Classe de Perfection guidata dalla ex prima ballerina Eugeniia Sokolova. Come insegnanti ebbe anche Ekaterina Vazem, Enrico Cecchetti, Christian Johansson, Pavel Gerdt, Lev Ivanov e Nicolai Legat.
Nel 1917 si ritirò dalle scene e iniziò ad insegnare al
khortekhnikum
, il nuovo nome della scuola del Balletto Imperiale.
Anche se aveva avuto una carriera rispettabile come ballerina, fu attraverso la padronanza dell'insegnamento della danza classica che avrà sempre un posto di tutto rispetto nella storia del balletto.
La battaglia continua in gioventù per decifrare la tecnica del balletto le aveva insegnato moltissimo e i suoi studenti diventarono leggende della danza.
Dopo la Rivoluzione d'Ottobre lo sviluppo della danza in Russia sembrava difficile ma Vaganova si impegnò per la sopravvivenza di quest'arte e per la preservazione dell'eredità di Marius Petipa.
Nel 1934 diventò direttore del khortekhnikum, scuola che ora porta il suo nome: l'Accademia di Balletto Vaganova.
Tra le sue allieve vanno menzionate le ballerine sovietiche Natalia Dudinskaya, Marina Semenova, Galina Ulanova, Olga Lepeshinskaya e Maya Plisetskaya.
Nel suo insegnamento riuscì a combinare lo stile raffinato del Balletto Imperiale con una danza più atletica e vigorosa tipica dello spirito sovietico.
Nel 1933 allestì la celebre versione de
Il lago dei cigni
, con Galina Ulanova nella parte di Odette-Odile.
La sua opera,
I principi fondamentali della danza classica
, pubblicato per la prima volta a Leningrado nel 1934, rappresenta un testo fondamentale per la tecnica del balletto.
Alcuni degli allievi dell'Accademia Vaganova sono diventati tra le più alte personalità del balletto mondiale, come Rudolf Nureyev, Irina Kolpakova, Mikhail Baryshnikov, Natalia Makarova, Yuri Soloviev, Altynai Asylmuratova, Diana Vishneva e Svetlana Zakharova.
Nel 1909, un impresario russo che non sapeva nulla di danza, Sergei Diaghilev, fondò i
Ballets Russes
nei quali l'unione di pittura, musica e danza costituiva l'elemento portante. I Ballets Russes divennero popolari in Europa e misero in luce personalità importanti della danza quali: Anna Pavlova (ballerina), Vaslav Nijinsky (ballerino e coreografo), Michel Fokine (primo coreografo della compagnia), George Balanchine che influenzerà in modo determinante la danza classica americana.
La compagnia si sciolse alla morte di Diaghilev nel 1929. I danzatori e i coreografi si unirono ad altre compagnie in diverse parti del mondo.
La politica culturale stalinista fece subire allo sviluppo delle arti musicali una battuta d'arresto con l'accusa di formalismo borghese a molti dei suoi esponenti (tra cui Prokofiev, Shostakovich, V.I.Muradeli, Chacaturjan e altri).