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L'impero dei Soviet

Il termine Soviet (in russo Cob'et ), letteralmente "consiglio", fu una delle prime assemblee politiche elettive sorte nella Russia imperiale per il coordinamento degli operai.
All'inizio del XX° secolo si formarono, in gran parte delle fabbriche del paese, dei singoli comitati operai che cercarono di dare una direzione comune alle rivendicazioni disorganizzate dei lavoratori. Nella maggior parte dei casi questi comitati restavano in vita per la durata dello sciopero o finchè i capi non venivano arrestati.
Dopo l'ondata di scioperi scatenatasi in Russia dopo la "domenica di sangue" del gennaio 1905, alcuni comitati di fabbrica si unirono ad altre rappresentanze dello stesso mestiere in organizzazioni che avevano un raggio d'azione non limitato alla singola impresa. Consigli di questo tipo si costituirono sopratutto a Mosca e Char'kov, tra gli operai delle tipografie, delle manifatture di tabacchi, dell'industria tessile e metallurgica.
Voline Nel gennaio-febbraio 1905 all'interno di un piccolo gruppo casuale e di carattere assolutamente privato, nacque l'idea di creare un "consiglio" senza "nessun partito, nessuna organizzazione, nessun leader" . L'intellettuale anarco-sindacalista Vsevolod Mikhailovich Eikhenbaum, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Voline (1882-1945), si era associato con il giovane avvocato di sinistra, Krustalev-Nossar, per un'iniziativa in favore degli operai in sciopero. La collaborazione tra Nossar e Voline per migliorare le condizioni dei lavoratori si rivelò soddisfacente e, una sera nel corso di una riunione in casa dello stesso Voline, mentre si discuteva sul da farsi per proseguire l'azione rivoluzionaria, venne l'idea di creare un "consiglio" operaio permanente che sapesse riunire attorno a sé le forze rivoluzionarie.
Il 15 maggio 1905 a Ivanovo-Voznesensk (distretto tessile di Mosca) nacque ufficialmente il primo Soviet della rivoluzione russa, una piattaforma rivendicativa dei lavoratori della zona. L'assemblea, che comprendeva 110 delegati ed aveva una direzione collegiale, fu autorizzata dall'ispettore di fabbrica del governatorato di Vladimir. Il soviet dichiarò che i suoi compiti primari sarebbero stati la direzione degli scioperi, la conduzione delle trattative sindacali, il mantenimento dell'ordine tra gli operai e la possibilità di impedire la ripresa del lavoro.
Le prime settimane di vita del soviet si svolsero in un clima tranquillo. Il soviet coordinò numerose assemblee operaie e si rivolse al ministro degli Interni con una lista di rivendicazioni che andavano dall'ordinamento delle pensioni all'elezione di una rappresentanza nazionale a suffragio universale. Ma il 3 giugno l'intervento dell'esercitò portò a numerosi scontri con gli scioperanti che sfociarono (24 e 25 giugno) in saccheggi ed incendi di negozi.
L'autorità del soviet non si dimostrò abbastanza forte da impedire il disordine e da imporre la propria guida agli scioperanti, ed il Consiglio di Ivanovo-Voznesensk si sciolse. Tuttavia, nella sua breve vita, il soviet, nato come comitato di sciopero, si era sviluppato fino a divenire la prima rappresentanza pubblica degli interessi proletari di una città.
L'importanza storica della nascita dei soviet fu rappresentata dal fatto che essi segnarono il tentativo di creare un'organizzazione politica democratica nel corso di una rivoluzione. Il fenomeno nuovo della comparsa di organi di autogoverno della classe operaia e comitati rivoluzionari di lotta, dovuto soprattutto ad una serie di ragioni di carattere pratico, rappresentò comunque un'evento di grande rilevanza storica poichè dai soviet si sviluppò l'apparato statale dell'Urss.
In quell'anno particolare importanza rivestì il soviet dei tipografi a Mosca, formatosi alla fine di settembre, che divenne il centro propulsore di uno sciopero generale nella città. Esso fu composto da 264 delegati di 110 imprese, aveva un comitato esecutivo di 15 membri e tenne complessivamente 10 sedute. Dopo le agitazioni di quel periodo, l'organizzazione continuò ad elaborare degli statuti sindacali e dal consiglio si sviluppò in seguito un'importante sindacato. In molti casi i comitati operai e i consigli dei delegati dei mestieri, divennero le cellule da cui nacquero i sindacati russi.
Per la necessità di disporre di un organo centrale per il coordinamento delle attività di sciopero di tutti i lavoratori di San Pietroburgo, fu presa l'iniziativa di creare il primo Soviet della capitale.
La sera del 13 ottobre 1905 si svolse nelle sale dell'Istituto tecnologico la prima seduta del Soviet di Pietroburgo, come Consiglio dei Deputati degli Operai , al quale parteciparono non più di 40 persone. Presidente della prima assemblea fu il menscevico Zborovskij. I partecipanti alla seduta lanciarono un'appello agli operai della capitale, invitandoli ad eleggere dei delegati che avrebbero costituito il "Comitato generale operaio di Pietroburgo." La seconda seduta del soviet, il 14 ottobre, vide la presenza già di 90 rappresentanti di oltre 40 fabbriche, che divennero 226 di 96 fabbriche il giorno seguente (terza seduta). Fu ammesso anche alle sedute, con ruolo soltanto consultivo, un rappresentante ciascuno dei tre partiti socialisti (menscevichi, bolscevichi e socialisti-rivoluzionari). Presidente permanente del soviet fu eletto Krustalev-Nossar (Georgy Nosar, alias Pyotr Khrustalyov), che, nel novembre di quello stesso anno aderì all'ala menscevica del partito socialdemocratico.
Il Consiglio elesse un comitato esecutivo provvisorio di 22 membri (2 per ogni distretto cittadino, 2 per ogni sindacato) e decise la pubblicazione di un quotidiano le Izvestija soveta rabocich deputatov (notizie del consiglio dei deputati degli operai). Furono fissate le linee di lotta per acquisire il diritto alla libertà di parola e di riunione degli operai, rivendicare un salario mensile minimo, richiedere l'abolizione del lavoro notturno e straordinario, proclamare gli scioperi.
Trotzkij Questo Soviet ottenne nelle fabbriche la riduzione dell’orario di lavoro a 8 ore, ma le conquiste sindacali dei lavoratori vennero presto represse dal padronato che, per ritorsione, attuò la serrata delle fabbriche ed il licenziamento di 19.000 operai. Quando Nosar venne arrestato dalla polizia zarista, divenne presidente Leon Trotzkij, appena rientrato dall'esilio, il quale impresse un orientamento più pragmatico al movimento incontrando tuttavia l'opposizione dei menscevichi, contrari ad un'estremizzazione delle azioni di lotta.
Il Soviet del S.Pietroburgo cessò di esistere il 3 dicembre 1905, quando i capi (Trotskij compreso) furono arrestati. Tuttavia lo Zar concesse ai lavoratori la possibilità di eleggere i propri delegati per formare dei consigli di rappresentanza, seppur con poteri molto limitati.
Trotzkij ricorderà: "Il Consiglio dei deputati degli operai sorse come risposta a un bisogno oggettivo, generato dalle contingenze del momento. Occorreva un’organizzazione che godesse di un’indiscussa autorità, fosse immune da qualsiasi tradizione, raccogliesse immediatamente le folle sparse e slegate. Doveva inoltre fare da centro di convergenza per tutte le correnti rivoluzionarie in seno al proletariato, avere iniziativa e, insieme, autocontrollo automatico" .
Negli anni successivi la coscienza di classe si radicò nel proletariato russo ed i Soviet si svilupparono in tutte le città industriali. Mirando all'unità ed all'autonomia della classe operaia, essi portarono avanti una serie di richieste politiche miranti ad un radicale cambiamento sociale.
Alcuni Soviet si formarono tra i soldati ed i contadini. Quest'ultimi svilupparono forme di lotta che andavano dal rifiuto del pagamento delle tasse e dei canoni ai possidenti, alla cacciata delle autorità locali.
Nel febbraio 1917 l'insurrezione che portò in pochi giorni dallo sciopero generale alla caduta dello zarismo, fu un movimento prorompente delle masse senza una direzione organizzativa dall'alto. Quando il 27 febbraio molti reparti della milizia imperiale passarono dalla parte degli insorti, privando così il governo dei suoi strumenti di repressione, e la vittoria della rivoluzione apparve come sicura, si vennero a formare due centri che tentarono di dare una guida al movimento spontaneo: il comitato della Duma e il Soviet.
Dopo il decreto di scioglimento della Duma emesso dallo Zar, il 27 febbraio gli ex membri dell'isituzione si riunirono in un comitato provvisorio. Nello stesso momento si costituì il Soviet della capitale, che, data la sua origine rivoluzionaria, si assicurò subito una maggiore popolarità e autorità.
L'iniziativa della formazione del Soviet di Pietrogrado venne dai membri del gruppo operaio centrale, liberati dalla prigione. Sotto la direzione di Gvozdev, il gruppo fondò al palazzo di Tauride, un comitato esecutivo provvisorio del Consiglio dei deputati degli operai. Il comitato invitò i lavoratori delle fabbriche ad eleggere un deputato ogni mille operai e uno ogni reparto. Alla prima seduta furono presenti circa 50 persone.
Il soviet decise di inviare commissari nei quartieri per creare dei comitati rivoluzionari e una milizia operaia, nello stesso tempo ammise nell'esecutivo la presenza dei partiti socialisti. Furono create commissioni con divrse competenze, tra cui una per gli approvvigionamenti, una per le finanze, una per la stampa.
Tuttavia il Soviet si rifiutò di assumere da solo il potere e nel marzo 1917 giunse all'accordo con il comitato della Duma sulla formazione di un governo provvisorio. Nelle prime settimane di vita il soviet divenne un'assemblea permanente di soldati e operai, il numero dei delegati aumentava di giorno in giorno: alla fine di marzo salì quasi a tremila. Le norme di elezione dei deputati, fissate ufficialmente, prevedevano l'invio di 1 membro ogni 1000 operai o soldati. Venne creata una commissione di controllo dei mandati per organizzare i delegati e fu istituito un comitato esecutivo per trattare le questioni politiche più urgenti, le quali venivano poi presentate all'assemblea per l'approvazione. In questo modo il soviet acquisto a poco a poco una struttura organizzativa più solida ed ordinata. Due mesi dopo la sua formazione il Soviet si trasformò da organo rivoluzionario provvisorio in un apparato amministrativo organizzato.
In tutta la capitale russa si formarono anche dei consigli nei singoli quartieri, cominciando da quello di Vyborg. Proprio nei soviet di quartiere si affermò rapidamente la presenza dei bolscevichi; su loro proposta si riunì in giugno la Conferenza dei consigli di quartiere , che costituì la base con la quale il partito bolscevico si contrappose ai soviet a maggioranza menscevica e socialista-rivoluzionaria.
Dopo la rivoluzione di febbraio, i Soviet degli operai, soldati e contadini si diffusero non solo come strumento rivendicativo ma anche come luogo d'intervento politico delle correnti socialiste, divenendo di fatto una sorta di contropotere per il governo provvisorio. Lenin durante un comizio I nuovi ministri cercarono la collaborazione e l'appoggio dei Soviet per pendere le decisioni, creando la cosiddetta "dualità di poteri", ma la questione della guerra e della terra li divise terribilmente.
L'organizzazione bolscevica nei primi mesi del 1917 fu decimata dagli arresti. Fino al 9 marzo non si potè costituire un gruppo autonomo nel soviet. Dopo il ritorno di Lenin in Russia, i bolscevichi, grazie ad un impegno incessante, allargarono la loro influenza nel soviet di Pietrogrado e, partendo da un gruppo di 40 membri arrivarono, prima dell'insurrezione di luglio, a conquistare la metà dei seggi nella sezione operaia e circa un quarto nella sezione dei soldati.
Lenin ritenne che i contrasti tra governo provvisorio e Soviet non potessero che ostacolare la conquista del potere da parte degli operai e, nelle sue Tesi d'Aprile, assunse una posizione estrema e decisa, dichiarando che la rivoluzione doveva trasformarsi da borghese a proletaria: i Soviet dovevano impadronirsi del potere. I bolscevichi fondarono la loro strategia insurrezionale sull'egemonia di questa organizzazione alternativa al governo borghese.
La strategia rivoluzionaria di Lenin si impadronì della formula organizzativa " Tutto il potere ai soviet! ", in quanto essi costituivano gli unici concorrenti del governo provvisorio e i soli in grado di sprigionare l'energia sovversiva delle masse non ancora inquadrate nei partiti politici. Le dimostrazioni delle "giornate di luglio", organizzate dai bolscevichi, spinsero affinchè il comitato esecutivo panrusso assumesse il potere, ma l'esecutivo menscevico e socialista-rivoluzionario si oppose all'insurrezione.
Contro i dirigenti bolscevichi si aprì un procedimento penale ed il movimento fu messo fuori legge. Lenin si sottrasse all'arresto, fuggendo in Finlandia. Il governo provvisorio di Kerenskij scatenò una violenta campagna di stampa contro il partito bolscevico, accusandolo di sostenere gli interessi della Germania.
In un primo momento l'insuccesso dell'insurrezione di Luglio sembrò dovesse frenare bruscamente l'influenza bolscevica nella lotta politica russa, ma il partito di Lenin riprese consensi già dopo poche settimane. In agosto i membri del partito erano circa 240000 (in aprile erano stati 80000) e per la prima volta il bolscevismo divenne un movimento di massa. Il ruolo attivo dei bolscevichi in difesa del colpo di stato tentato da Kornilov, la crisi economica crescente, l'incapacità del governo provvisorio di venire incontro alle esigenze della popolazione, rendevano le masse sensibili alle promesse bolsceviche di "pace, pane e terra". Il partito ricevette l'appoggio di milioni di uomini esasperati.
Nelle elezioni per i soviet, per i sindacati, i comitati di fabbrica ecc. si registrò un rapido aumento dell'influenza bolscevica in tutta la Russia. A settembre i comitati di fabbrica di Pietrogrado e Mosca divennero a maggioranza bolscevica. La conferenza sindacale panrussa del settembre 1917 vide gli uomini di Lenin ottenere il 58% dei 117 delegati.
Nell'ottobre 1917 fu decisivo, per il successo della rivoluzione, il sopravvento bolscevico nei soviet che avevano una posizione chiave dal punto di vista politico. I Consigli dei deputati dei soldati e degli operai divennero i veri protagonisti della rivoluzione: il partito di Lenin conquistò il potere e lo trasmise formalmente ai soviet.
Il II° Congresso panrusso dei Soviet si proclamò depositario del potere statale, legalizzò la rivoluzione e approvò i decreti sulla pace e sulla terra redatti da Lenin. I Bolscevichi ed i rivoluzionari socialisti di sinistra ottennero una maggioranza nelle sedi dei congressi dei Soviet e formarono un governo di coalizione che durò fino al 1918.
I Soviet costituirono la gerarchia del nuovo ordinamento statale: dai Soviet di quartiere, dei villaggi, delle città, delle province e delle regioni (eletti dai cittadini), collegati al vertice nel Comitato Esecutivo Provvisorio(CEP), poi Comitato Centrale esecutivo dei Soviet, a quelli delle repubbliche, fino al Soviet Supremo (creato nel dicembre 1922), il massimo organo dell'Urss, costituito da due camere elettive (Soviet dell'Unione e Soviet delle Nazionalità) cui spettavano il potere legislativo e l'elezione del praesidium, del consiglio dei ministri, della corte suprema e del procuratore generale.
“All’inizio, i Soviet erano i comitati di sciopero che si formavano durante questi scioperi spontanei. Anton Pannekoek Scoppiavano all’improvviso nelle grandi industrie, si estendevano da una fabbrica all’altra, raggiungevano rapidamente tutta una città, vaste regioni, e qualche volta l’intero paese: era quindi essenziale avere dei mezzi di comunicazione reciproca. Nelle fabbriche, i lavoratori tenevano continuamente delle riunioni. (…) Allora dei delegati venivano inviati alle altre fabbriche (…) Ma c’era una differenza fra i soviet ed i normali comitati di sciopero: la posta in gioco era questa volta di gran lunga superiore. Il problema era quello di spezzare la pressione insopportabile del dispotismo governativo, ed ognuno capiva che attraverso l’azione dei soviet la società intera sarebbe stata trasformata. Venivano discussi non soltanto quei problemi che riguardavano il lavoro di fabbrica, ma ogni altro problema politico e sociale. Su ogni cosa doveva essere presa una decisione, ed erano i soviet che, da soli, dovevano trovare la strada giusta per risolvere tutti i diversi problemi. (…) Quando l’intera vita sociale veniva in questo modo bloccata, quando il movimento di sciopero si impadroniva di tutta la città o di tutto il paese, i soviet si trovavano di fronte a nuovi compiti. Dovevano organizzare l’intera vita pubblica, controllare l’ordine e la sicurezza, curare i servizi indispensabili: diventavano così, di fatto, una specie di governo, dal momento che le loro decisioni erano seguite dagli operai” (Anton Pannekoek [1873-1960], socialista e astronomo olandese).
Il termine fu usato anche fuori dell'Unione Sovietica da alcuni movimenti marxisti-leninisti, come i rivoluzionari del partito comunista in Cina che auspicavano una “Repubblica sovietica cinese". I Soviet caddero gradualmente sotto il controllo del PCUS, che se ne servì quali organismi per la gestione del potere e l'organizzazione dello stato socialista.
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