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Il sito della rivoluzione d'Ottobre

L'incrociatore Aurora

L'incrociatore Aurora L'incrociatore Aurora, così battezzato in onore della fregata che difese la città di Petropavlovsk-Kamchatski durante la guerra di Crimea (1853-1856), fu progettato da K.K. Ratnik, responsabile del cantiere navale di Baltiyskiy. La sua costruzione, iniziata il 23 maggio 1897, fu eseguita a San Pietroburgo e richiese tre anni di lavoro. Il varo avvenne nella capitale russa l'11 maggio 1900, ma l’incrociatore entrò in servizio solo nel luglio del 1903.
Lungo 127 metri e largo 17, l’Aurora poteva raggiungere la velocità di circa 20 nodi, il suo equipaggio era composto da 550 marinai e 20 ufficiali.
Dopo aver compiuto una crociera nel Mediterraneo e nel Mar Rosso raggiunse il mar Baltico all’ inizio della guerra russo giapponese del 1904-1905 ed entrò a far parte della seconda divisione di incrociatori della squadra del Pacifico agli ordini del contrammiraglio O. A. Enkvist . Durante la disastrosa battaglia di Tsushima del 27-28 maggio 1905, dopo aver scortato un convoglio di navi da trasporto provenienti da oriente, fu colpito e danneggiato da un siluro lanciato da una corazzata nemica. Fu uno delle pochi bastimenti russi a scampare al fuoco delle navi giapponesi ed a poter riparare nel porto di Manila nelle Filippine. Al termine della guerra fu adibito a nave scuola del Corpo dei cadetti della marina e dal 1907 effettuò numerose crociere di addestramento attraverso i porti della Spagna, Algeria, Tunisia, Francia, Turchia, Italia, Creta, Grecia, Francia.
Nel 1908 fu una delle prime navi a portare i soccorsi alla popolazione di Messina e Reggio Calabria colpite dal terribile terremoto del 1908.
Dall’autunno 1909 all’estate 1910 compì un lungo viaggio attraverso gli Oceani Pacifico, Atlantico, Indiano e nel Mar Mediterraneo. Nel novembre 1911 prese parte ai festeggiamenti per l'incoronazione del re del Siam (attuale Thailandia) a Bangkok.
Cannone da 152mm All’inizio della Prima guerra mondiale entrò a far parte della seconda brigata della flotta del Baltico. In quella zona di operazioni portò a termine numerose missioni come la sorveglianza dei lavori in immersione sul relitto dell’incrociatore tedesco Magdeburg, la ricognizione delle scogliere navigabili dei golfi di Finlandia e di Botnia, la ricerca di passaggi segreti delle scogliere finlandesi.
Nel 1916 fu temporaneamente adibito ad addestramento dei cadetti e più tardi partecipò alla difesa del golfo di Riga: protetto dal fuoco di sbarramento delle truppe di terra respinse gli attacchi aerei contro un convoglio di navi russe.
Nell’autunno 1916 rientrò a S.Pietroburgo per eseguire grandi riparazioni nell’arsenale franco-russo. Durante l’inverno 1916/1917 furono riattivati i macchinari per il vapore e montate nuove caldaie Belleville-Dolgolenko. Inoltre venne potenziato l’armamento in dotazione, costituito da 14 cannoni da 152 mm, 4 cannoni da 76 mm, 3 lanciasiluri (2 antisommergibili ed 1 di superficie), e 35 mine da 10 pollici.
Durante la permanenza a Pietrogrado l’incrociatore si trovò al centro degli eventi della Rivoluzione russa del 1917. Essendo a stretto contatto con i lavoratori, i suoi marinai furono convinti dagli attivisti a parteggiare per la rivoluzione. L’opera di proselitismo fu favorita dalla situazione generale in Russia, che aveva assunto i contorni della catastrofe a causa della guerra. L’esercito russo, stanco, esangue, insufficientemente armato, aveva subito pesanti perdite e passava di sconfitta in sconfitta. L’economia nazionale era in declino; c’era la penuria di pane, di carne, di carburante, tutti beni di primaria necessità. Era divenuta evidente l’incapacità dei vari governi imperiali a far fronte alla situazione di crisi.
Cannone da 76mm I rapporti tra gli ufficiali dell’unità ed i marinai divennero in quel periodo estremamente tesi. Il 12 marzo per disperdere l'assembramento dei componenti dell’equipaggio, che si erano radunati per chiedere al comandante la revoca dell’arresto di tre operai propagandisti, il capitano M.I.Nikolskiy ed il primo ufficiale P.P.Ogranovich spararono alcuni colpi di pistola ferendo alcuni di loro.
Il 13 marzo i marinai, spalleggiati dagli operai, si ammutinarono e si impadronirono della nave; il comandante venne ucciso e l’ufficiale anziano ferito.
Fu eletto subito un Comitato della nave per l’attuazione dei diritti democratici dei marinai. A seguito del risultato di un voto segreto fu auspicato che il governo della Russia assumesse una forma democratica, ma nella primavera-estate 1917 l'incapacità del governo provvisorio di fronteggiare la perdurante situazione catastrofica in cui versava la nazione, spinse un numero sempre maggiore di marinai a simpatizzare per il partito bolscevico.
Dopo gli eventi sanguinosi del 13-14 marzo i rapporti tra l’equipaggio e gli ufficiali si normalizzarono: questi ultimi non si occupavano delle questioni politiche ed il Comitato non creava ostacoli nella gestione dell’unità per ciò che riguardava il servizio, la disciplina e la conduzione della nave.
Quando nell’ottobre la situazione politica nel paese si aggravò di nuovo ed il conflitto tra il Governo provvisorio ed i rappresentanti dei Comitati dei lavoratori, dei contadini e dei soldati giunse ad un punto di rottura: la maggior parte dell’equipaggio passò dalla parte del partito bolscevico. L’equipaggio ristabilì i collegamenti sul ponte Nikolayevskiy ed i marinai presero parte alla Rivoluzione del 25 ottobre.
Più tardi l’Aurora, per minare il morale dei difensori del Palazzo d’Inverno, sede del Governo Provvisorio, sparò un colpo d’arma da fuoco dal castello di prua, che segnò l’inizio della rivoluzione.
L'incrociatore Aurora in un disegno d'epoca All’inizio di novembre l’Aurora fece ritorno alla Seconda brigata incrociatori, ma poco dopo gran parte dell’ equipaggio fu congedato a seguito del Decreto governativo di scioglimento della vecchia flotta zarista e di riorganizzazione della nuova flotta rossa degli operai e dei contadini. Solo 40 uomini restarono a bordo per la custodia della nave e per le faccende di routine.
Nel 1918, durante la guerra civile, l’incrociatore fu trasferito a Kronstadt e posto in riserva. Sei cannoni furono smontati e spediti ad Astrakhan per armare le batterie della flottiglia navale rossa del Volga e del Caspio. Nel 1922 l’unità fu consegnata al porto di Kronstadt per un lungo stazionamento, ma quando cominciò la ricostruzione della forza navale sovietica fu decisa la sua riattivazione in considerazione del fatto che i più impegnativi lavori di ammodernamento erano già stati eseguiti nel 1916-1917. Dopo i lavori di ripristino e il completamento dell’equipaggio, l’incrociatore fu associato alla flotta del Baltico come nave d’addestramento. Tra il 1924 ed il 1930 effettuò numerosi viaggi con i cadetti delle migliori accademie navali.
Dopo aver ricevuto nel 1924 la Bandiera Rossa del Comitato Centrale dell'URSS, in occasione del decimo anniversario della rivoluzione fu insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa per gli alti meriti acquisiti nella formazione dei nuovi ufficiali della marina sovietica.
La nave fu sottoposta nuovamente a lavori di manutenzione iniziati nei cantieri navali Marti di Leningrado, ma non vennero terminati a causa della enorme mole di lavoro dei cantieri . L’unità fu riadibita a scuola di addestramento non navigante per i cadetti del primo anno dell’Accademia navale di Lelingrado e durante l’inverno fu utilizzato per il pattugliamento sottomarino. Solo lo scoppio della Seconda guerra mondiale la salvò dalla demolizione.
Gruppo di marinai dell'Aurora del 1917 L’Aurora, che aveva gettato le ancore a Oranienbaum (Lomonosov), partecipò attivamente all’eroica difesa di Lelingrado, ma il 30 settembre 1941 venne gravemente danneggiata dal fuoco dell’artiglieria tedesca. I cannoni superstiti furono smontati, ma fino al termine della guerra l’incrociatore non ammainò le sue insegne: pur incapace di muoversi, semi affondato, continuò la sua battaglia contro gli invasori.
Recuperato nel 1944 venne di nuovo restaurato tra il 1945-1947. Negli anni seguenti e fino al 1961 fu adibito all'addestramento per la scuola navale Nakhimov. Ulteriori restauri, eseguiti nel periodo 1957-1958, 1966-1968 e 1984-1987 le restituirono l’aspetto originale del 1917.
Dal 1956 divenne un museo galleggiante (parte del Museo Navale Centrale) ed una delle principali attrattive turistiche di San Pietroburgo. Nel 1968 è stata decorata con l'Ordine della Rivoluzione di Ottobre. Dal luglio 1992 la bandiera navale del Sant’Andrea, simbolo del potere navale russo, sventola sul suo pennone.
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